Ultimamente ho riletto diversi miei libri, credo alla ricerca di alcune di quelle emozioni che hanno caratterizzato il periodo ertano della mia vita. Con ugual spirito guardo e riguardo, quasi ossessivamente, anche le fotografie che ho scattato nella Valle del Vajont: sono più di 5mila e ormai, a forza di visionarle e pensarle, le conosco praticamente una ad una...
Sto cercando qualche cosa, e mentre cerco scopro "cose" entusiasmanti, ad esempio il numero speciale de Le Dolomiti Bellunesi, pubblicato a Natale del 2008 in occasione del trentennale della rivista. Un libro importante, di ben 479 pagine, curato da Italo Zandonella Callegher e da Loris Santomaso. Nelle sue pagine, un concentrato straordinario di emozioni, di storie, di... vita, vita in montagna.
È uno di quei libri che mi fa sentire piccolo piccolo, ignorante; che mi obbliga a riflettere sul tempo sprecato (forse non lo è mai, ma d'istinto mi vien da pensarlo), ma, contemporaneamente, mi da una carica incredibile: cose da capire, cose da fare, da portare a compimento, da studiare, da, nei limiti del possibile e con tanta presunzione, divulgare.
Penso di aver ridato vita a Valbelluna e Valle del Vajont on-line, dopo anni di totale abbandono, proprio per queste ragioni: voglia d'esserci e di condividere. E questo libro mi ha sicuramente aiutato a capirlo.
Se non ho contato male, sono 43 i contributi raccolti ne La grande cordata e, per completezza d'informazione, avevo pensato fosse giusto riportarne l'indice. Invece, non lo faccio. Preferisco illudermi di riuscire a stuzzicare la vostra curiosità, di riuscire a farvelo leggere questo incredibile libro. Certo, ci troverete raccontata la vita e le imprese di alcuni "signori delle cime"; storie d'alpinismo, ma anche, ad esempio, un intrigante Segnali dal tempo. Neandertal e Cro-Magnon: un ritratto dei più antichi frequentatori dei territori bellunesi; un'affascinante quanto istruttivo Sulle cime di carta. Note toponomastiche bellunesi in margine alla carta del ducato di Venezia del von Zach o, chicca tra le chicche, Il pastìn, miscela nobile della cucina montanara. Cito ancora, Don Antonio Della Lucia, l'apostolo del cooperativismo, agordino, fondatore l'8 gennaio 1872 della prima latteria sociale d'Italia a Forno di Canale; Un anno vissuto intensamente di Franco Miotto e Il sergente che non voleva arrendersi, toccante e malinconico ricordo del grandissimo Mario Rigoni Stern.
A tratti mi è parso quasi di leggere un libro di favole, io che, per altro, ne ho lette pochissime. Sto amando sempre più la Montagna, le sue genti, la loro storia e le loro vite perché qui è ancora possibile vivere, posso e voglio testimoniarlo, così come molto più autorevolmente fa questo libro: leggetelo!
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