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13 febbraio, 2011

Anche il Crociere (Loxia curvirostra Linnaeus, 1758) frequenta Erto


Non lo avevo mai visto prima! Poi, in una prima mattina di fine agosto, l'avvistamento. Dove? Sul muro di una casa abbandonata di via Pascoli, a Erto. Prima uno, poi due, poi tre esemplari: due maschi e una femmina, intenti a grattare e leccare avidamente le pietre del muro per assumerne i sali minerali...
È un comportamento del Crociere, che era già stato osservato, e riferito, nelle baite, ma in definitiva, poco conosciuto.
Hanno continuato quest'attività per un paio di giorni, alternandola a "giretti" per Erto. Poi, così come sono arrivati, se ne sono andati: all'improvviso.
Nel frattempo, sono riuscito a fotografarli e ad effettuare delle riprese video... il tutto nel cuore di Erto.
Lo so, lo so che siamo ancora a febbraio, ma ho caricato questa foto su Flickr e non ho saputo resistere alla tentazione di proporla anche qui: cercate di capirmi, è il mio modo per ricordarmi dei tanti momenti incredibili, di pura gioia naturalistica, vissuti in quell'incredibile e indescrivibile paese che è Erto.

05 febbraio, 2011

Valle del Vajont: il Ponte Cerenton, il Lago del Vajont ed Erto nel 1963


È grazie alla gentilezza e alla disponibilità della signora Franca del bar ristorante Julia di Erto, se ho potuto vedere, e poi scansionare, questa rara cartolina o, più correttamente, questo prezioso documento.
La cartolina è del 1963... Io, di mio, non voglio aggiungere altro, se non un'invito sincero a "guardare oltre", a voler vedere cosa realmente rappresenta quest'immagine.

15 dicembre, 2010

Gli orsi della Val Mesath


Il libro di Adriano Roncali, dall'autunno 2004 gestore del rifugio Casera Ditta, in Val Mesath (in ertano si pronuncia Mesaz), in italiano Mesazzo (è il toponimo che trovate sulle carte geografiche), come quasi tutti quelli pubblicati dalla Edizioni Biblioteca dell'Immagine di Pordenone, si legge tutto d'un fiato.
Nove racconti di un uomo che vive in montagna, con la montagna e per la montagna, di un uomo che ha conquistato il suo "posto".
Il libro l'ho riletto due settimane fa, e mi è piaciuto, molto più della prima volta, appena uscito nelle librerie. Io sono arrivato a Erto nel marzo del 2005, ho conosciuto e frequentato Adriano e i suoi amici (Pino Bottino, Paolo Cossi e quasi tutti gli altri), molto meno la sua Val Mesath, per niente le sue, le loro montagne. Gli inverni invece sì, sono gli stessi: lui in Val Mesath, io prima a Erto vecchia, poi a San Martino Alta.
In molte delle pagine del suo libro, ritrovo e rivivo le atmosfere, le sensazioni, i sentimenti che ho vissuto in quegli anni, in quegli inverni, freddi, solitari, ma di una bellezza, di un fascino, per me indescrivibili.
Adriano, nel suo libro, riporta una frase dettagli dall'anziano Bruno Ditta: «Loro non capiscono, ma io so cosa vuol dire stare lassù, quello che si prova. Certo deve piacerti, non si può farlo così tanto per farlo, ma se ti piace non riesci più a cambiarlo, quel modo di vivere, diventa irrinunciabile...». La citazione non è completa, io non stavo lassù, ma questa frase la sento proprio mia, mi rappresenta...
Il libro è molto bello, l'ho già detto, per i suoi racconti ma, ancor più, per quanto vi è scritto tra le righe, per quello "stile di vita" che, forse inavvertitamente, Adriano propone.
Mario Rigoni Stern, qualche anno fa, proprio qui a Belluno, in merito alle nuove frontiere della scrittura di montagna suggerì che era necessario: «Recuperare il passato, rivalutare l'esperienza dei nostri antenati e ricostruire un rapporto più equilibrato con la natura». Adriano Roncali l'ha già fatto, noi possiamo almeno leggerci il suo libro.


Titolo: Gli orsi della Val Mesath
Autore: Adriano Roncali
Editore: Edizioni Biblioteca dell'Immagine
ISBN: 978-88-89199-83-1
Pagine: 172
Prezzo: € 12,00
Copertina in cartonato lucido.